martedì 25 settembre 2018

Primi d'Italia,Villaggio Badia all'insegna delle erbette di campo

L'Umbria dei rapunzoli, casselle, cicoria in bella vista ai Primi d'Italia 2018.

Patrizio Campanaro parla della sua partecipazione ai Primi d'Italia con l'associazione: 
I SAPORI
dell'Antico Borgo

A cura di Mariolina Savino



Nell'ordine Francesco Luzi
Bellani Massiniliano, Nicoletta lacatus, Patrizio Campanaro,
Antonella Amantini
Primi d'Italia a Foligno da 20 anni è tradizione, glamour, cibo, turismo enogastronomico, è ritrovo di amici, professionisti di settore, attori, gente dello spettacolo e gente sempre alla ricerca del gusto e della novità in cucina.

Un gruppo di amici, hanno deciso da tempo di fare di una passione un sodalizio gastronomico fra le erbette di campagna raccolte dalla nonna e la pasta.
Questo gruppo oramai confluito in una associazione presieduta da Patrizio Campanaro, si adopera per non far morire le tradizioni. Con sede a Sasso, piccolo borgo umbro   lo scopo è quello di  far conoscere alle nuove generazioni, la bontà e la bellezza delle erbe spontanee, che nascono nelle piane delle nostre verdi colline.
Da qui nasce l'esigenza di avere un vasto pubblico come solo i Primi d'Italia può offrire e già nel 2017, l'associazione da inizio ad una prima esperienza, nella taverna del Badia.
Quest'anno, l'associazione da poco rinnovata al suo interno, si ripropone ai Primi d'Italia per l'edizione 2018.

Patrizio Campanaro risponde alle nostre domande riguardo alla partecipazione ai prossimi Primi d'Italia insieme al suo gruppo di socio-amici che lo supporteranno in cucina nella preparazione di piatti cari alla tradizione umbra.

La nostra associazione è nata quasi per gioco, quasi come un inno alla vita e ai suoi sapori.
Due le parole chiave di un binomio che sta diventando virale:
amicizia e buon cibo, concepiti come simbolo della bellezza della vita e strumenti insostituibili di socialità.
Avventurarsi coraggiosamente nella riscoperta di un territorio, che nasconde tradizioni culinarie ormai dimenticate.
Il nostro obiettivo non passa attraverso alchimie complicate ma tramite la semplicità di cercare profumi insostituibili, creare curiosità, amore e passione nei confronti del cibo visto quale mezzo di comunicazione ed espressione della propria identità.
E’ proprio questo lo spirito che accompagna l’avventura dell’associazione che va alla ricerca di sapori, antiche ricette annaffiate, perché no….. da un buon vino.
Partecipando ai Primi d’Italia abbiamo avuto modo di metterci in gioco ispirandoci alla cucina povera delle vecchie tradizioni popolari, una cucina con ricette revisionate a base di erbette selvatiche, per riscoprire antichi e sorprendenti sapori. Oggi non si può conservare la biodiversità senza conservare i “sapori” con i quali è nata.
Conoscere le erbe selvatiche permette di considerarle risorsa, e non solo perché arricchiscono la tavola di nuovi sapori, ma permettono di dare al palato sensazioni che abbiamo dimenticato o addirittura mai avute.
Il nostro territorio la sua cultura e le sue tradizioni sono state le basi dalle quali siamo partiti.
Il consumo del cibo, è per sua natura una esperienza anche culturale dell'umanità, questo legame tra cibo e cultura, si evidenzia in tutta la storia dell’uomo ed è fondamentale oggi più che mai riqualificare in termini veramente positivi il valore culturale della relazione uomo-cibo.
E' fondamentale ripartire da una cultura dell’alimentazione maggiormente attenta ai valori della naturalità, stagionalità, e della sostenibilità.
L'obbiettivo  della associazione è quello di creare convivialità, oggi il nostro tempo è povero di relazioni, mancano i veri rapporti umani, il cibo è invece quel veicolo che permette incontri creando relazioni fra persone, spesso proprio davanti ad un buon piatto e ad un ottimo bicchiere di rosso, si sono prese decisioni molto importanti.
Bisogna proteggere la nostra terra, quale espressione dell’identità di una comunità e di un territorio, il cibo buono non geneticamente modificato, la riscoperta di grandi sapori, conserva un tratto di unicità che permette di riscoprire e tramandare ai posteri le nostre radici.


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