Bruno Pronunzio, un ragazzino vivace che giocava sulla spiaggia di Sant'Agostino, litorale laziale, quando da piccolo con i genitori, viveva l'estate insieme a tanti amici piccoli e grandi fra cui c'ero anche io.
Occhi vispi intelligenza viva, poi ci siamo persi di vista, fino a quando ho ritrovato quel ragazzino esile e pieno di vita, un uomo oramai padre di ben tre figli, sposato e scrittore.
Lavora a Milano Bruno e, stando lontano dalla sua famiglia che risiede a Civitavecchia, ha iniziato a scrivere fino a quando ha iniziato a dare una forma ai suoi pensieri e capitolo dietro capitolo è nato um thriller di tutto rispetto che spopola in tutte le librerie nazionali, CHIAVE DI VOLTA.
Intervista a Bruno Pronunzio
di Mariolina Savino
D.:
Che cos’è Chiave di volta.
R.:
E’ una storia avvincente, un thriller che si snoda tra il medioevo,
per la precisione il 1314, e i giorni nostri. Il titolo inizialmente
doveva essere, per l’appunto Sette secoli.
D.:
E poi?
R.:
Poi ho virato su Chiave di volta, perché la soluzione dell’enigma
è contenuta nell’affresco che decora la volta più famosa del
mondo.
D.:
Ti riferisci alla Cappella Sistina?
R.:
Esatto. Per la precisione alla creazione di Adamo, uno dei capolavori
di Michelangelo.
D.:
Storia, arte… Abbiamo già due elementi. Di cos’altro parla il
tuo romanzo?
R.:
Nel 1314 viene bruciato sul rogo, a Parigi, l’ultimo Maestro
Generale dei Templari, Jacques de Molay. L’Ordine del Tempio è
stato sciolto già da qualche anno e i suoi appartenenti imprigionati
e torturati. Ma alcuni monaci guerrieri sono riusciti a sfuggire alla
trappola del Re Filippo il Bello, tra questi Gérard de Vazeix,
incaricato di custodire un oggetto ed evitare che questo cada nelle
mani dei soldati francesi.
D.:
Abbiamo il terzo elemento: religione.
R.:
Non solo Templari, scomparsi agli inizi del 14° secolo, ma
soprattutto francescani. I due ordini hanno convissuto, per così
dire, solo per un secolo, ma i loro rapporti hanno lasciato numerose
testimonianze nascoste che pian piano vengono svelate al lettore.
D.:
Cosa lega il periodo medioevale con i nostri giorni?
R.:
Nel 2014 Stefano Zarri, un informatico modenese trapiantato a
Treviso, riceve per un disguido una Bibbia del Trecento. All’interno
della copertina rinviene un’antica pergamena istoriata, contenente
due disegni e alcuni termini: in latino, greco e francese. Tenace e
curioso, Stefano scopre che uno dei disegni, il profilo di un monte,
è simile a quello riprodotto nella celebre Creazione di Adamo. Su
quello stesso monte, nel 13° secolo, Francesco d’Assisi aveva
ricevuto le stimmate.
D.:
Di nuovo i francescani.
R.:
Stefano si reca nel Casentino ma, prima di raggiungere il santuario
della Verna, viene rapito da una misteriosa organizzazione che gli
svela il significato nascosto della pergamena.
D.:
E poi?
R.:
Stefano, a sua insaputa, entra all’interno di un intrigo
internazionale e… non posso dirti altro, toglierei il gusto della
scoperta ai lettori.
D.:
La copertina mette i brividi. Noto che la Bibbia poggia su una
bandiera nazista.
R.:
I nazisti hanno cercato per anni numerose reliquie, compreso il Santo
Graal. Ma la ricerca è continuata anche dopo la fine della Seconda
guerra mondiale, condotta dagli ufficiali tedeschi fuggiti
all’estero.
D.:
Ancora un elemento: la Seconda guerra mondiale e il nazismo.
R.:
Non solo il nazismo ma anche il ruolo svolto dalle organizzazioni
neo-naziste. Ma non voglio andare oltre. Leggendo il libro il lettore
scoprirà i legami tra Santi, Papi, luoghi e opere d’arte, tutti
connessi tra loro in modo inestricabile, ma tutti che puntano insieme
verso un solo luogo e un solo oggetto: la Chiave di volta.
infoacquisto:http://www.ibs.i/code/9788863932508/pronunzio-bruno/chiave-di-volta.html
http://www.amazon.it/Chiave-volta-Bruno-Pronunzio/dp/8863932506
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